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Il segmento testuale Regime Fascista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 11Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 542

Brano: Pesenti, Antonio

Ed avendo saputo abilmente mascherare i suoi sentimenti di avversione al Regime Fascista, ottenne nel 1933 la iscrizione al P.N.F., e nel 1935 la nomina a professore della R. Università di Sassari.

Verso la metà dell’anno 1932 fu pubblicato in Francia un libello dal titolo "Antifascismo Nuovo”, il cui contenuto era un attacco violento e velenoso contro il Regime Fascista e la Monarchia Sabauda. L’autore di detto libello si celava sotto

lo pseudonimo "Italicus”, ma la Polizia italiana ebbe modo di identificarlo» ed accertò che il rinnegato altri non era che il Pesenti.

Costui, vincitore di due borse di studio per corsi di perfezionamento all’estero, faceva frequenti viaggi oltre confine col pretesto degli studii da compiere e prendeva contatto con i dirigenti del partito socialista italiano all’estero, e con gli esponenti della Concentrazione antifascista. Il Pesenti dimorò a Parigi dall’aprile alla fine di maggio 1935, e dal luglio a tutto ottobre dello[...]

[...]zione antifascista. Il Pesenti dimorò a Parigi dall’aprile alla fine di maggio 1935, e dal luglio a tutto ottobre dello stesso anno.

Collaborò sui giornali "Politica Socialista" ed ”II nuovo Avanti'1 organi del partito socialista italiano all’estero. Sul primo scrisse nel marzo 1935 l’articolo "Intervento dello Stato e socialismo’’ firmando con

10 pseudonimo "Marchetti”. Con detto articolo muoveva aspre critiche alla politica economica del Regime Fascista, a base di false e tendenziose affermazioni, preconizzando il fallimento del Fascismo italiano, e non risparmiando parole irriverenti verso

11 Duce, che l’Italia venera ed i! mondo ammira.

Sul giornale "Il nuovo Avanti” scrisse vari articoli celandosi sotto lo pseudonimo Gin [...] ..

In carcere

Detenuto per 6 mesi nel carcere romano di Regina Coeli prima del processo, dopo la condanna Pesenti fu inviato a Fossano, dove rimase

1 anno, quindi a Civitavecchia e infine a San Gimignano.

Durante la lunga detenzione a Civitavecchia, i disagi subiti nelle varie carceri si cumularono[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 270

Brano: [...] Soresinese, Società Elettrica Bresciana, compagnie di assicurazione La Padana e La Cremonese, Società Edison, Consorzio Nazionale Produttori Zuccheri, S.A. Galbani di Melzo, Federazione Nazionale Fascista Alberghi e Turismo, Fiat, Idroelettrica Isarco, Soc. Setemer di Venezia, Ferrovie Nord di Milano, Società Adriatica di Elettricità, Stipe!, Snia Viscosa, Marzotto, Burgo, Banca di Novara.

Ritornato egli a Cremona nel 1926, la redazione del «Regime Fascista», assieme al recapito Varenna di Milano divenne punto di riferimento per i numerosi camerati antimussoliniani e centro di raccolta di utili notizie, anche finanziarie. Mentre si dilettava a scrivere penosi lavori teatrali [Redenzione e La beffa del Destino), nel 1930 Farinacci

subì un’inchiesta per aver presentato allesame di laurea in Legge una tesi palesemente plagiata; due anni dopo, fu nuovamente inquisito per evasioni fiscali.

Dal 1931 al 1940 fu autore di vari attacchi polemici e scandalistici contro segretari federali e altrj gerarchi (tra cui Bottai), contro esponenti dell’eserc[...]

[...]riuscì a fuggire da Cremona, diretto in Valtellina dove si sarebbe dovuto incontrare con i fascisti partiti da Milano. La sua « Lancia » transitò senza incontrare ostacoli per Soncino e Bergamo, ma nel pomeriggio del 27 aprile venne fermata al posto di blocco di Benerate (Como) dal fuoco di un gruppo di partigiani della Divisione « Fiume Adda », comandati da Mario Toselli. Perirono nella sparatoria l’autista di Farinacci, il redattore capo del « Regime Fascista » Mario Mangani, e poco dopo, all’ospedale, la marchesa Medici del Vascello, fiduciaria dei fasci femminili di Cremona, che lo aveva seguito nella fuga.

Condotto a Vimercate, alla sede del Comando partigiano, Farinacci fu fatto pernottare nella villa Prinetti di Merate e l’indomani mattina, alle 9, dovette comparire davanti a una giuria popolare composta da familiari di partigiani assassinati. Condannato a morte, la sentenza fu immediatamente eseguita da una squadra di S.A.P..

A.Pa.

Farini, Carlo

Colonnello Manes; Simon. N. a Ferrara il 27.2.1895; pubblicista, figlio di Pietro (v.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 147

Brano: [...]maginabile) l’anno seguente con due temi pittorici: « Ascoltazione alla radio di un discorso del Duce » e « Stati d’animo creati dal Fascismo ».

Alieno da ogni intenzione di incensare il regime, ricco della partecipazione dei più qualificati artisti italiani, il Premio Bergamo fu subito considerato come l’« anticremona »: fin dalla sua seconda edizione (1940) fu oggetto degli attacchi delia stampa fascista, tanto che un anonimo corsivista del Regime Fascista (Cremona, 13.10. 1940) Io definì come un’iniziativa di cui « si dice che si vuol marciare a sinistra »; e aggiunse: « noi continueremo a marciare a destra, ossia per la via maestra ». Ma lo scandalo scoppiò allorché, nel 1942, la giuria della quarta edizione del « Bergamo » (di cui faceva parte anche Felice Casorati) assegnò il secondo premio al quadro Crocifissione (19401941) di Renato Guttuso, il quale già due anni prima — nella stessa sede — aveva ottenuto ii terzo premio per Fuga dall'Etna. La stampa dell’epoca finì con l'occuparsi quasi esclusivamente del quadro di Guttuso, opera di chia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 600

Brano: [...]lità delle nuove officine di Rifredi. In quello stesso anno, la Società raddoppiò il capitale sociale, portandolo a 10 milioni di lire.

Da parte sua la Pignone non risparmiava gli elogi per il regime. Nella relazione all'assemblea dei soci del 1927 si legge: « La stabilizzazione legale della moneta, il graduale adeguamento ad essa dei prezzi, sia delle materie prime che del lavoro, la tranquillità di cui gode il paese per merito esclusivo del Regime Fascista, danno sicuro affidamento ».

Nel 1928 venne nominato direttore generale della Pignone Zenone Benini (che era anche amministratore delegato) e nel 1929 il capitale sociale fu portato a 20 milioni. In questi stessi anni i rapporti tra la famiglia Benini e il regime si rafforzarono ulteriormente e il giovane Zenone potè realizzare una rapida carriera politica. Già compagno di studi di Galeazzo Ciano a Livorno nel 1917, ne godeva l’amicizia, tanto che nel 1939, quando Ciano divenne ministro degli Esteri, chiamò il Benini come sottosegretario agli Affari albanesi (ufficio che terrà per due anni[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 495

Brano: [...]ario di un deputato », alla data del 5.9.1943 si legge: « Ma il capitalismo è incorreggibile. Anche nei momenti più grandiosi della storia del Paese non vede e non cerca che l’affare. Grandi industriali mi fanno avanzare la proposta di acquistare il Popolo d'Italia, valutato da 80 a 100 milioni; una ditta siderurgica milanese manda in fretta a Roma un suo avvocato amministratore per acquistare il Secolo Sera; una terza pensa di dare l’assalto al Regime Fascista ». E alla data del 10.9.1943, nello stesso diario annota: « Ultima seduta al Comando Militare (Milano). Una sorpresa: il generale Ruggeri sta parlamentando con i tedeschi. Stanco di aspettare in anticamera, apro la porta ed irrompo nella stanza senza farmi annunciare. Ci sono due colossali colonnelli tedeschi placidamente seduti davanti al generale. Hanno l'aria di padroni. Devo ritirarmi, perché non invitato a trattenermi. Usciti i tedeschi ci affolliamo attorno al generale. Battute vivaci. Ma comprendiamo subito, senza che egli ce lo dica, che è stata concertata la resa della città. Arrivan[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 269

Brano: [...]ita alla efferata « notte di sangue » perpetrata a Firenze (v.) dagli squadristi.

Il 30.3.1926 fu costretto al « cambio della guardia », lasciando il posto di segretario del partito ad Augusto Turati.

Consolidatosi il fascismo al potere, in realtà era venuta meno la necessità del volgare terrorismo di un Farinacci, quantunque questi continuasse a vagheggiare un partito di « pochi, ma buoni » e dai poteri assoluti: « Noi siamo — scriveva su Regime Fascista — per la più rigida dittatura del partito sulla nazione, ma siamo costituzionali in seno al partito. Dittatura di partito, significa imposizione del nostro programma al popolo ».

Il nuovo statuto del partito, abolendo assemblee e congressi, cioè l’« elezionismo » (novembre 1926), contribuì a liquidare ulteriormente Farinacci, impedendogli di difendere la sopravvivenza della sua corrente. Mussolini, Federzoni e Turati fecero di tutto per metterlo fuori gioco, sfruttando a tal fine anche

lo scandalo seguito al dissesto della Banca Agricola di Parma (giugno 1926) che portò in galera un gru[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 214

Brano: [...]tegica. Alla fine del 1937 fu chiamato a succedere a Marconi alla presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche.

AH’inizìo della seconda guerra mondiale i rapporti tra P.B. e il regime subirono una nuova crisi. Inizialmente contrario alla guerra, il maresciallo finì con l’accondiscendervi, dirigendo le operazioni come capo di stato maggiore generale. Al pessimo volgere dell’aggressione alla Grecia, un attacco sferratogli da Farinacci su « Regime Fascista » lo convinse, per quanto tardivamente (4.12.1940), a dimettersi dalla carica, nella quale fu sostituito dal più fidato Cavallero, e a scindere le proprie responsabilità individuali da quelle del regime.

Dal 25 luglio all'8 settembre

Ritiratosi dalla vita pubblica negli anni cruciali (194142) dell’ascesa e del declino dell’Asse, nella primavera 1943 ebbe un colloquio col re, nel corso del quale il monarca si mostrò non ancora disposto a compiere mutamenti istituzionali. A giugno, tramite il ministro della reai casa Acquarone, fu informato del colpo di stato che, dopo il convegno di Felt[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 148

Brano: [...]stra, proibendo ai sacerdoti di visitarla, e \’Avvenire di Roma intitolò l’artico

lo sul Premio: « Arte non è sacrilegio»), in realtà ciò che dette fastidio fu il « modernismo artistico » dell’opera, che la poneva al di fuori della « scia della gloriosa tradizione dell'arte italiana »; e furono la sua aggressività proletaria e quel « rosso terribile » di uno dei ladroni, interpretato politicamente, tanto che il solito anonimo corsivista del « Regime Fascista » (23.9. 1942) giunse a « esigere la crocifissione dello strano crocifissore, anche perché potrebbe darsi che Guttuso abbia creduto di farsi un merito giudaizzando e bolscevizzando tutte le figure del suo quadro ». Osservazione, quest’ultima, senza dubbio illuminante a proposito della volontà di contestazione di Guttuso, se si tien a mente che si era nel 1942, e cioè in piena guerra contro l’URSS e in piena propaganda antisemitica. Del resto Guttuso era già « indiziato » come antifascista per alcuni disegni di massacri pubblicati sulla rivista « Primato » tra il 1940 e il 1942.

Contro la d[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Regime Fascista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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